Addio ai contratti di collaborazione capestro, alle prestazioni professionali al massimo ribasso, agli incarichi da svolgere a titolo gratuito. E’ quanto prevede il principio dell’equo compenso approvato dal Senato della Repubblica. In base alle nuove disposizioni la parcella del professionista sarà conforme alla legge soltanto quando risulti proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro svolto.
L’equo compenso nella prima stesura del decreto fiscale riguardava solo gli avvocati e successivamente in data 16 novembre è stato esteso, in un emendamento alla legge di conversione del decreto fiscale, approvato dal Senato, a tutte le categorie di professionisti: da quelli convogliati in un ordine professionale (avvocati, giornalisti, commercialisti, ingegneri, e via dicendo), in un collegio (geometri), o in associazioni (infermieri), e troverà applicazione nei rapporti tra il lavoratore autonomo e l’azienda privata o pubblica.
Il criterio che definisce il valore economico delle prestazioni professionali ponendo un limite sotto il quale non si potrà scendere non sarà però assoluto: in alcuni casi potrà essere derogato su accordo tra le parti. La disposizione prende come riferimento i parametri giudiziari emessi dai Ministeri vigilanti sugli Ordini professionali (come quelli vigenti per gli avvocati), mentre per le altre categorie in un momento successivo all’eventuale approvazione del principio, sarà necessario precisare le specifiche modalità per individuare i compensi.
fonte: altalex.com